Sua madre, Rosa, era incinta al quarto mese quando venne arrestata col marito, Alfredo, e torturata. L'hanno asfissiata con una busta di plastica e poi le hanno immerso la testa in un secchio d'acqua. Pagano l'essere nati indigeni in un sistema colonialista.
Rosa, dopo aver partorito Nataniel, l'ha affidato ai nonni a Teopisca, un paesino a un'ora da San Cristobal in Chiapas, mentre lei continua a scontare la pena per un delitto confessato sotto tortura. 27 anni per sequestro.
Rosa ha gia' raccontato la sua storia in una lettera aperta alle Madri per Roma Citta' Aperta, di cui e' membro onorario. Qui potete leggere la sua storia e la corrispondenza: http://www.autistici.org/nodosolidale/news_det.php?l=it&id=2102
Non e' stata una fatalita', Nataniel e' tre volte vittima dello Stato messicano: per la tortura inflitta alla madre, per l'allontamento forzato dalle cure materne, per le condioni sociali, sanitarie ed economiche critiche in cui vive la popolazione indigena in Chiapas.
Rosa e Alfredo sono due degli undici indigeni in lotta nelle carceri. Dal 29 settembre sono in sciopero della fame. La morte di Nataniel e' un colpo durissimo per loro, indeboliti dal lungo digiuno. Urge far sentire loro la nostra solidarieta'
Con la rabbia nel cuore, libere tutti
Nodo Solidale - Construyendo la resistencia global
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